"Sistematica violazione delle norme sulla assegnazione degli appalti", scrive l'Autorità anticorruzione in un documento del 10 marzo scorso sulla gestione del Comune capitolino gestito prima da Alemanno e poi da Marino. Nulla si salva.

Il verde pubblico, la manutenzione delle strade, i servizi ai disabili, gli affitti delle case e perfino la macellazione della carne: a Roma non c’è praticamente nulla che non sia stato gestito in modo illegale. Niente che ricordi pallidamente la decenza alla quale una città (prima ancora che una capitale) civile dovrebbe garantire ai propri cittadini. La fotografia della città eterna affogata nel malcostume della corruzione è nel rapporto dell’Autorità guidata da Raffaele Cantone. L’indagine dell’Anac sulla gestione del Comune capitolino dal 2012 al 2014 (un documento del 10 marzo scorso pubblicato oggi da Repubblica e Messaggero) così sintetizza: “Rivelata…

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