Dopo la protesta sono necessari i programmi e una classe dirigente adeguata

La piazza sovranista c’è. Lo si è visto a Roma. C’è perché tanta gente ha ancora la voglia di credere e di mobilitarsi nel nome degli interessi reali del popolo italiano, contro la globalizzazione ed il capitalismo finanziario; contro l’immigrazione selvaggia ed i processi di omologazione; contro i tentativi di “destrutturazione” culturale; contro chi vuole (lobbies, potentati economici ed informativi) la disgregazione dei corpi sociali intermedi. Protestare è necessario, però non basta. Al   “rifiuto” deve corrispondere la volontà di costruire – sulla base delle idee e dei programmi – un progetto alternativo all’ establishment politico, economico e culturale, che si…

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