Tsipras non può mantenere le promesse elettorali, e deve fare i conti con le condizioni drammatiche della Grecia e con le richieste dell'Europa per garantire ulteriori aiuti. Così anche il paladino della sfida al rigore adesso deve presentare un piano in cui ci sono tasse e nessun aumento di stipendi e pensioni

Gli euroscettici europei avevano salutato la sua vittoria come uno schiaffo all’Europa delle banche e del rigore. Avevano visto in Tsipras l’uomo che, petto in fuori, avrebbe sfidato la corazzata tedesca. Lo hanno applaudito tutti, la sinistra estrema per affinità ideologica e perfino la destra dimenticando che i vincitori delle elezioni in Grecia sono dei marxisti. Ma ideologie a parte la speranza era verificare se c’è un’altra strada. I richiami all’orgoglio nazionale che avevano portato al blocco delle privatizzazioni,, alla promessa di riassunzione degli statali, all’aumento di pensioni e stipendi, all’energia gratis per i bisognosi, sono rimaste soltanto promesse rinviate…

Gentile lettore, per continuare la fruizione dell'articolo deve prima fare il login oppure abbonati direttamente alla nostra rivista !