Il sacrificio degli italiani, vittime della barbara violenza dei titini

Istria, 1946. L’esodo degli italiani era  iniziato già da un anno. I titini spadroneggiavano. La guerra era finita ma le violenze e le efferatezze tutt’altro. La gente continuava a sparire senza un perché, l’OZNA stendeva la sua ombra ovunque, si vietava di andare in chiesa, alcune chiese anzi erano diventate depositi o prigioni. Bambini e ragazzi  dovevano andare a scuola dove gli insegnanti italiani erano stati sostituiti da “drugarize” diventate professoresse al merito di aver frequentato “l’università del bosco”. Si imparava il croato a ceffoni e bestemmie. In quell’Istria religiosa, dove un bimbo si portava dietro il senso di colpa…

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