L'ospedaale romano si giustifica con la necessità di assumere due medici per destinarli nel reparto dove si pratica l'interruzione volontaria della gravidanza. Dunque i medici devono essere abortisti pena il licenziamento. Dal mondo cattolico sale la protesta per quella che viuene definita una discriminazione religiosa e una vuolazione dei principii costituzionali. Anche il ministro Lorenzin, che si riserva di appronfondire la questione contesta questa scelta ricordando che la legge prevede l'obiezione di coscienza. Ma la poleòica è solo all'inizio

L’opsedale San Camillo di Roma ha indetto un concorso per l’assunzione di due ginecologi. Fin qui nulla di strano se non fosse che tra le caratteristiche richieste c’è quella di essere abortisti. Un impegno che gli assunti dovranno assumersi pena il loro licenziamento. La cosa ha subito provocato un’aspra reazione. Si tratterebbe di una discriminante inaccettabile. L’obiezione di coscienza è garantita dalla legge e dunque non possono esserci discriminazioni. Inoltre dal bando sarebbero naturalmente esclusi i medici cattolici che per convinzione religiosa sono contrari all’interruzione di gravidanza. Così la sollevazione del mondo cattolico è stata forte lamentando che in questo…

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