Con l'avvicinarsi della competizione elettorali i partiti fanno a gara a chi la spara più grossa cercando così di attirare l'attenzione di un elettorato sempre più scettico e deluso
di Angelo Spaziano
A marzo si vota, e mai come stavolta i protagonisti della ribalta politica nazionale fanno a gara a chi le spara più grosse. Sembra di essere ritornati a fine Ottocento, allorquando si narra che un neo-candidato al parlamento dell’appena fondato regno d’Italia, in un comizio tenuto in un paese del meridione, esordisse pressappoco così: <Se ci date lu vot’, nui ve facimm’ lu ponte>. E che, all’obiezione di un cittadino che gli faceva rispettosamente osservare: <Ma nui nun tenimm’ ‘o fiume…>, il candidato sbottasse esasperato: <E allora ve facimm’ pur’ ‘o fiume!…>. Tanto per cominciare, se Benito Mussolini illo tempore…
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