Nella lettera al Capo dello Stato espresso il malessere dei giudici contabili davanti alla possibilità dell'abolizione della colpa grave quale elemento costitutivo della responsabilità amministrativa,
di Salvatore Sfrecola
Il Governo, si sente dire da tempo, preoccupato per “la paura della firma” che sarebbe diffusa tra i pubblici funzionari, vorrebbe escludere, in caso di danno erariale, la punibilità dei fatti dovuti a “colpa grave”. In pratica la Corte dei conti potrebbe giudicare solamente i casi di dolo, cioè i danni conseguenza di un illecito penale. È vero che la giurisprudenza del giudice contabile conosce il cosiddetto “dolo contrattuale”, in pratica la condotta in violazione di un obbligo di legge, ma la strada è irta di ostacoli, perché occorre sempre un danno all’erario evidente e quantificabile. Quel dolo sembra troppo…
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