Il comunicare divenuto più importante del pensare, In tempi di traboccante democrazia alle meraviglie della libertà individuale s'affiancano le piaghe d'un egualitarismo forzoso che porta il fruttarolo giù all'angolo a sentirsi libero di argomentare alla pari con l'immunologo, lo "steward" a diventare Ministro del Lavoro e il "rapper" ad accreditarsi come filosofo e consulente di comunicazione
di Michele Baroncini
Dai “Commentarii” di Giulio Cesare, tra gli uomini di stato più potenti dell’età classica e della Storia in genere, militare, politico, console, dittatore, pontefice massimo, oratore e scrittore, immortalato dagli annali per essere riuscito a concentrare nelle proprie mani una tra le più grandi quantità di potere statuale, emergeva la concreta paura d’un solo uomo: Marco Tullio Cicerone. Questi non era un condottiero con le spalle coperte da una pletora di legioni, non era -quantomeno in principio- nè ricco nè particolarmente inserito nell’elite del potere dei tempi. Era però un Uomo del Lògos (la Parola). Scritto e parlato. Perseguiva la…
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