Assolti i vertici dell'Eni dall'accusa di aver pagato un miliardo e 300 milioni per lo sfruttamento di un giacimento di petrolio in Nigeria ufficialmente al governo di quel Paese, per l'accusa dei Pm milanesi, invece, la somma sarebbe stata utilizzata per maxi tangenti a politici e governanti locali. Ipotesi respinta dai giudici di Milano
Era un processo che aveva fatto discutere, tra gli imputati l’ex amministratore delegato dell’Eni Scaroni e il suo successore Descalzi. L’accusa si basava sulle rivelazioni di un altro dirigente della società che aveva parlato di una maxi tangente pagate in Nigeria per assicurare all’Eni lo sfruttamento di un gigantesco giacimento petrolifero sulle coste del paese africano. Secondo l’accusa, Eni e Shell in società, avrebbero pagato un miliardo e trecento milioni di dollari al governo nigeriano, ma in realtà quei soldi sarebbero stati solo una maxi tangente che avrebbe coinvolto politici e faccendieri locali. Non solo, ma secondo l’accusa, basata sempre…
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