Il gigante asiatico alle prese con la normalizzazione economica, sviluppo più contenuto e chiusure delle aziende improduttive, e alla necessità di ridurre il livello di inquinamento insostenibile in alcune regioni minerarie e industriali. Tra i lavoratori c'è preoccupazione per i livelli salariali ed emergono preoccupazioni per la perdita di posti di lavoro
di Alessandra Colarizi
Mentre l’anno della Scimmia è alle porte, quest’anno per qualcuno le vacanze sono cominciate in anticipo. Il crollo degli ordini e il rallentamento della produzione ha già spinto molte fabbriche ad anticipare la chiusura per il Capodanno cinese, che quest’anno cade l’8 febbraio. Alcune probabilmente non riapriranno più. E’ il ritratto di un’economia in affanno difficilmente riscontrabile nei numeri ottimistici rilasciati dal governo. Nel 2015, la crescita cinese si è mantenuta al 6,9 per cento, il valore più basso dal 1990 quando a pesare sull’economia nazionale erano subentrate le sanzioni occidentali post-Tian’anmen, ma poco al di sotto del 7,4 per…
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