Il caso risolto dopo decenni grazie alle nuove tecniche investigative
di Andrea Vescovi
E’ stato condannato all’ ergastolo Stefano Binda, colpevole secondo l’ accusa di aver ucciso la ventenne Lidia Macchi nel 1987 dopo aver provato a violentarla sotto minaccia di un coltello; ad incastrarlo è stata un’amica dell’ epoca di Binda, la quale ha riconosciuto la sua grafia in una lettera inviata ai genitori della vittima il giorno dei funerali, nella quale si descriveva nel dettaglio l’ omicidio. Grazie alla testimonianza della donna i periti scientifici hanno potuto constatare, grazie all’ausilio degli esami grafologici, hanno potuto constatare con certezza che fu proprio Stefano Binda a scrivere quella lettera.