Una strage dimenticata, la più sanguinosa nell'Italia del dopoguerra. Era il 18 agosto del 1946 e gli italiani di Pola speravano ancora che la città restasse italiana. L'esplosione sulla spiaggia per mano dei militari titini
di Roberto Menia
Pola, 18 agosto 1946. Era una torrida giornata d’estate. Tre giorni prima, per ferragosto, 20.000 persone s’erano radunate nell’Arena romana invocando il ritorno dell’Italia. La guerra, ufficialmente, era finita ed a Parigi era in corso da qualche settimana la Conferenza di pace, che avrebbe deciso i destini della città e della Venezia Giulia tutta. Pola, che come Trieste e Gorizia dal giugno ’45 era un’enclave occupata dalle truppe alleate dopo il ritiro imposto a quelle titine, viveva nell’incertezza del proprio futuro: Italia o Yugoslavia, libertà o schiavitù. Il clima era pesante ma Pola si era già chiaramente espressa sui suoi…
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