Niente feste in piazza, poche luci

Si dice che il riformista religioso di stampo luterano Giovanni Calvino, nel lontano secolo XVI, appena eletto pastore della città svizzera di Ginevra, come prima cosa, in nome della moralità e della santità pubbliche, abolì balli, feste, musica e qualsiasi genere di laico divertimento, trasformando la città dell’omonimo lago una piccola Arabia Saudita ante litteram. Chi l’avesse detto che, secoli dopo, analoga sorte sarebbe toccata alla solare culla della cristianità? E’ questo lo sciagurato destino della Roma del Terzo Millennio, la sfortunata capitale italiana. Una città bistrattata in modo ignobile dalla fallimentare politica nazionale, che in un lungo, interminabile dopoguerra,…

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