Il racconto di quei giorni terribili in cui gli italiani lasciarono le proprie case

“Pola addio”. Lo scrissero sui muri, lo gridarono nel vento, lo sussurrarono sotto la neve che imbiancava la città in quell’amarissimo febbraio 1947. Erano gli esuli che lasciavano per sempre la loro dolcissima e indimenticabile città. Un bacio verso la vecchia Arena, lo sventolio dei fazzoletti bianchi, le bandiere tricolori legate al collo, il fischio della sirena della nave “Toscana” e poi via, oltre il mare. Pola era una città spaurita e incredula. Aveva resistito ed aveva sperato. Tutta l’Istria era ormai in mano yugoslava dalla fine della guerra ma lì no, c’erano ancora gli “alleati”, non potevano abbandonarla a…

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