A 75 anni da quel referendum che stabilì la fine della monarchia va fatta una riflessione sulle capacità della classe dirigente repubblicana
di Mario Bozzi Sentieri
La Storia – è risaputo – non si fa con i se e con i ma. Nel gioco affascinante delle possibilità immaginarie, un’Italia monarchica, alla luce, il 2 giugno 1946, di un diverso risultato del referendum, appare però un’ipotesi tutt’altro che impraticabile. In fondo Casa Savoia aveva retto l’Italia per ben ottantacinque anni, passando indenne attraverso la complicata fase postunitaria, il brigantaggio, la Questione Romana, la stagione del trasformismo, la prima rivoluzione industriale, la Grande Guerra, la nascita dei partiti di massa, il Ventennio fascista e la sua fine, la guerra civile e la guerra perduta. In questo lungo dispiegarsi…
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