Pericoli reali e paure infondate davanti alla malattia che arriva dalla Cina

Nel 1947 lo scrittore Albert Camus scrisse il noto romanzo La peste. “Come il male la peste non viene mai debellata del tutto ma resta latente in attesa dell’ambiente propizio a una nuova esplosione.”  Nel romanzo si respira un’oscura sofferenza  e la riflessione sull’assurdità della vita.  Il protagonista un giorno trova un topo morto davanti l’uscio, ma non se ne preoccupa. Col passare dei giorni, però, i topi muoiono ad una velocità di  seimila al giorno. Una moria che gli abitanti del posto attribuiscono ora ad un fattore ora all’altro. Solo al primo uomo che muore a cui seguono altri…

Gentile lettore, per continuare la fruizione dell'articolo deve prima fare il login oppure abbonati direttamente alla nostra rivista !