Quella dei battezzati non credenti che “chiedono di sposarsi ‘in chiesa’” è una “situazione di fatto, purtroppo ampiamente diffusa” che rimanda ad una ostilità culturale “alla comprensione cattolica del matrimonio naturale”: lo rileva la Commissione Teologica Internazionale

In questi giorni è stato pubblicato un documento sulla “reciprocità tra fede e sacramenti nell’economia sacramentale” nella quale si invita i pastori ad evitare due errori opposti: le “celebrazioni menzognere e poco edificanti” che prescindono dalla fede degli sposi e l’imposizione di esigenze eccessive, “come se la Chiesa fosse una dogana” ed esistesse un “apparecchio per misurare il grado di fede” dei due fidanzati.“Dato che il battesimo è il sacramento della fede, la nozione stessa di ‘battezzati non credenti’ è a dir poco paradossale. Però, si tratta di una situazione di fatto, purtroppo ampiamente diffusa”, ha scritto sull’Osservatore Romano Serge-Thomas…

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