La Cina si preoccupa di Internet, ma non sembra disposta a concedere le stesse libertà presenti in altri paesi. Rivendica la necessità di un controllo entro i confini nazionali per combattere il terrorismo e per evitare assalti infcormatiuci da parte di hacker. Proprio su iniziativa cinese si è tenuta una cinferenza internazionale
di Alessandra Colarizi
Può il paese con l’apparato censoreo più sofisticato al mondo assurgersi a promotore di un “internet più giusto ed equo”? Sì se il paese in questione è la seconda economia mondiale. Mercoledì per il terzo anno di fila la città cinese di Wuzhen (provincia del Zhanjiang) ha ospitato la World Internet Conference, iniziativa promossa da Pechino per sponsorizzare la propria visione di una governance globale. In apertura ai lavori, il presidente Xi Jinping ha rispolverato – in videoconferenza- il concetto lanciato lo scorso anno di “cybersovranità”, vale a dire il potere di controllo assoluto che uno Stato ha sulla rete entro…
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