Il presidente filippino non sembra preoccuparsi della situazione economica del suo Paese definita imprevedibile dagli osservatori economici. Di imprevedibile c'è la politica estera. Dopo la vittoria del braccio di ferro con la Cina e la sfida gli Usa sulle basi militari. Adesso cambia toni e cerca nuove intese, anche con la Russia
di Alessandra Colarizi
Le relazioni tra le Filippine e il vecchio alleato americano sono giunte a “un punto di non ritorno”. Lo ha dichiarato lunedì il neopresidente filippino Rodrigo Duterte, annunciando urbi et orbi l’intenzione di visitare Cina e Russia entro la fine dell’anno. Lo scopo conclamato è quello di forgiare “una politica estera indipendente” attraverso alleanze a geometria variabile con i due paesi al momento più propensi a fare da contro altare alla superpotenza americana. Fin da quando assunto l’incarico nel mese di maggio, Duterte ha mostrato un’inusuale espansività verso Pechino, intraprendendo un’inversione a U rispetto all’atteggiamento mantenuto dal suo predecessore Benigno…
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